complemento predicativo dell'oggetto
I Romani soprannominarono Temporeggiatore Fabio Massimo.
Il parlamento elesse presidente Sandro Pertini.
Tutti giudicavano incapace quel ragazzo.
L'istinto rende cauto l'animale.
Quei medesimi verbi appellativi elettivi, estimativi, ed effettivi che, nella forma passiva hanno il complemento predicativo del soggetto, e altri ancora che non è possibile raggrupare (trattare, trovare, ecc.) nella forma attiva hanno il complemento predicativo dell'oggetto.
Dario fu scelto come (quale, per, a ) guida dai colleghi.
I colleghi scesero come (quale, per, a) guida Dario.
Da tutti fui trattato da (in qualità di...) amico.
Tutti mi trattarono come (in qualità di...) amico.
I complementi predicativi del soggetto e dell'oggetto sono spesso preceduti da voci pleonastiche quali come, per, quale, a, da, in qualità di, che nell'analisi logica devono essere trascurate.
Pleonastico: cosa significa
Per intendere l’aggettivo pleonastico possiamo ricorrere ad alcuni dei suoi più comuni sinonimi, quali: ridondante, inutile, superfluo, non necessario, eccedente e, per estensione, anche ovvio, scontato. Possono essere considerati, invece, suoi contrari, aggettivi quali: essenziale, indispensabile, necessario o utile. A seguire qualche esempio tratto dal linguaggio corrente:
- entrare dentro = in questa espressione l’avverbio dentro è pleonastico;
- uscire fuori = in questa espressione l’avverbio fuori è pleonastico;
- a me mi piacerebbe tanto un gelato = a me (o, alternativamente, mi) è pleonastico, dal momento che nella frase considerata il complemento di termine viene espresso per due volte, in due modi differenti;