I morfemi
Fino ad ora abbiamo studiato le parole dal punto di vista del loro significato (semantica),della loro forma (morfologia), della loro funzione (sintassi), dei loro suoni (fonologia). Ora esamineremo le parole per ricercare le unità minime della lingua che sono dotate di significato e che non possono essere spezzate ulteriormente.
Queste unità si chiamano morfemi e, non coincidono necessariamente con l'intera parola, ma, molto spesso, con parti di essa.
Parole come
sempre, mai, non, domani
possono essere divise con unità più piccole dotate di significato, esse sono invariabili.
Per tutte le parole variabili invece si può fare un processo di “smontaggio” per trovare al loro interno più unità significative.
Parole come libri, leggo, hanno due elementi portatori di significato, cioè sono formati da due morfemi:
ai morfemi libr- e legg-, che trasmettono il significato fondamentale della parola, si aggiungono i morfemi -i ed -o, i quali servono rispettivamente a indicare che non si tratta di un solo libro, ma di tanti, e il verbo leggere è usato alla prima persona singolare del presente indicativo.
Altre parole, come inutilmente, disboscare, sono formate dall'unione di tre unità significative, quindi da tre morfemi.
Ai morfemi util- e bosc-, che trasmettono il significato fondamentale della parola, si premettono rispettivamente i morfemi in- e dis-
che indicano negazione, e si aggiungono i morfemi – mentre e – are, che permettono di ottenere nel primo caso un avverbio e nel secondo caso un verbo all'infinito,