Gli omonimi sono parole aventi la stessa forma ma significati diversi, in virtù della diversa etimologia, cioè una diversa origine.

Il rapporto di omonimia di solito collega le parole a due a due e può essere di vari tipi. Si distinguono in:

a) parole che presentano la stessa forma sia graficamente che a livello fonico;

b) parole che presentano la stessa forma sia a livello grafico che a livello fonico e si diversificano, oltre che per il significato, per il fatto che appartengono a categorie grammaticali diverse.

Gli omonimi

Relazione di omonimia e parole polisemiche

Parole identiche nella forma ma  con significato diverso vengono chiamate omonime (dal greco homós, "uguale", e ónyma). Sono parole omonime:

miglio inteso come unità di misura

e

miglio inteso come pianta graminacea.

È il contesto che ci chiarisce di quale significato si tratti. Per esempio:

La barca riuscì a fare un miglio in 20 minuti.

 A i miei canarini do anche del miglio.

Gli omonimi sono omografi (dal greco homós, "uguale", e graphé "scrittura") cioè si scrivono allo stesso modo. Nella maggior parte dei casi gli omografi sono anche omofoni (dal greco homós, uguale, e phoné, "suono"), cioè si pronunciano allo stesso modo. Sono omografe, ma non omofone, le coppie di parole omonime che hanno l'accento in diverse posizioni, come:

àncora / ancòra

o che presentano una vocale tonica aperta o chiusa; è il caso delle parole:

vènti (con la e aperta, plurale di vento) / vénti (con la e chiusa, numero)

Ci sono omonimi che appartengono alla stessa parte del discorso: questi sono chiamati omonimi grammaticali. Per esempio, sono omonimi grammaticali in quanto ambe due sostantivi:

tasso, inteso come "interesse prodotto dall' unità di capitale in un periodo di tempo convenuto.

e

tasso, inteso come "mammifero dei mustelidi".

  • Invece:

lente, inteso come "strumento ottico trasparente"

e

lente inteso come "non veloci"

non sono omonimi grammaticali in quanto la prima parola è un sostantivo e la seconda un aggettivo.

Da non confondere con l'omonimia la polisemia (dal geco polýs, "molto" e sèma, "segno") che è il fenomeno per cui una stessa parola ha più di un significato. Due vocaboli omonimi hanno una diversa storia, sono due parole diverse, al contrario, i diversi significati di una aprola polisemica sono legati tutti ad una stessa parola originaria che ha subito nel  tempo cambiamenti nel significato o ha aggiunto altri significati a quello originario.

I fenomeni di omonimia e polisemia vengono distinti nei dizionari nel modo seguente:

l'omonimia viene sottolineata riportando separatamente le parole omonime che ricevono un numero progressivo posto come esponente o tra parentesi;

la polisemia viene sottolineata facendo seguire alla parola i suoi diversi significati che vengono riportati uno dopo l'altro e segnalati come numeri arabi progressivi.

l'ordine con cui vengono presentati i diversi significati di una stessa parola varia secondo i due criteri principali:

1) il criterio dell'uso: alcuni dizionari propongono prima il significato oggi più usato e quello più generale, poi i significati più ristretti, significati specialistici e arcaici sono collegati in fondo alla voce.ì;

2) il criterio cronologico: altri dizionari antepongono invece il significato più antico ai più recenti.

La pesca mi piace molto.

Questa frase può avere due significati. Infatti, il nome pesca indica tanto il frutto, quanto lo sport o il lavoro del pescare. Si dicono omonimi le persone, gli animali, le cose che hanno lo stesso nome. Lo stesso termine omonimo può riferirsi anche alle parole, come pesca, che possono indicare due o più cose diverse.

  • L' omonimia perfetta

L' omonimia è perfetta, quando la parola che designa due o più cose si pronuncia e si scrive nello stesso modo.

capo: può indicare sia la parte del corpo umano, sia la persona che comanda.

Gianna  chinò il capo da una parte e rimase così a guardare il quadro che aveva di fronte.

Il Capo di Stato Maggiore si avvicino’ al Presidente.

  • l'omonimia imperfetta

L'omonimia è imperfetta quando la parola si scrive nello stesso modo per entrambi i significati (omografia) ma si pronuncia in modo diverso.

 pèsca (" e" aperta come in terra) ­ frutto pesca ("e" chiusa, come in sera) azione del pescare, quando la parola si pronuncia sempre nello stesso modo (omofonia) ma si scrive in modo diverso.

Mosca (iniziale maiuscola) capitale.

mosca (iniziale minuscola) ­ insetto.

Per distinguerle si può accentare la vocale interessata, come accade nei dizionari, anche se, solitamente, il loro significato è comunque comprensibile dal contesto: e (chiusa) e  (aperta)

  • accétta (ascia, oggetto);  accètta (verbo accettare)

Teneva tra le mani una pesante accétta.

Accètta questo consiglio.

  • affétto (verbo affettare)  affètto (sentimento)

Affétto del salame ?

Provo un grande affètto per Pierto.

  •  colléga (verbo collegare);  collèga (compagno di lavoro)

È un tratto di strada che collega Milano a Como.

Il tuo collèga puzza.

  •  corresse corrésse (verbo correre)  corrèsse (verbo correggere)

 détti (motti), dètti (verbo dare)

  •  ésca (mezzo per attirare);  èsca (verbo uscire)

Ho usato una vecchia ésca per attiralo.

Esca immediatamente!

  • ésse (pronome personale);  èsse (lettera dell’alfabeto)

Esse chiesero invano aiuto.

  • légge (norma);  lègge (verbo leggere)

Altri esempi possono essere: 

  • ménte (facoltà intellettuale), mènte (verbo mentire)
  • ménto (parte del viso), mènto (verbo mentire)
  • mésse (riti religiosi), mèsse (raccolta di cereali)
  • pésca (cattura del pesce), pèsca (frutto)
  • téma (verbo temere), tèma (argomento)
  • vénti (numero), vènti (plurale di vento)
  • Ó (chiusa) ò (aperta)
  • bótte (contenitore), bòtte (percosse)
  • cólto (istruito), còlto (verbo cogliere)
  • córso (verbo correre), còrso (della Corsica)
  • fóro (buco).  fòro (piazza o tribunale)
  • fósse (verbo essere), fòsse (buche)
  • mózzo (giovane marinaio), mòzzo (parte della ruota)
  • pórci (verbo porre), pòrci (maiali)
  • póse (verbo porre), pòse (atteggiamenti)
  • pósta (verbo porre), pòsta (servizio postale)
  • rócca (strumento per filare), ròcca (fortezza)
  • rósa (verbo rodere), ròsa (fiore)
  • scórta (verbo scorgere), scòrta (verbo scortare)
  • sórta (verbo sorgere), sòrta (genere)
  • vólgo (popolo), vòlgo (verbo volgere)
  • vólto (viso) vòlto, (verbo volgere)

In conclusione: alcune parole omofone hanno lo stesso suono, ma significato diverso e a volte diversa grafia (anno/hanno). Per capire il loro significato bisogna considerare il contesto in cui si trovano. La tigre e il leone sono fiere (belve) pericolose. Vado volentieri a fare acquisti alle fiere (mercati).

Prossima lezione

Esercizi su 'Gli omonimi'



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Nomi invariabile
Nomi difettivi
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Articolo indeterminativo
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Struttura dell'aggettivo
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Aggettivi sostantivati
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Aggettivi possessivi
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Aggettivi identificativi
Aggettivi indefiniti
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Unità 11
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Pronomi possessivi
Pronomi dimostrativi e identificativi
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