La struttura dell'italiano

Per esprimere i nostri pensieri, per formare i nostri discorsi, ci serviamo di una quantità di parole, che, opportunamente trasformate e unite fra loro, acquistano volta per volta, particolari significati. Tali parole si dicono parti del discorso e si dividono in due grandi gruppi, secondo questo schema:
Parti variabili (subiscono trasformazioni):
- nome o sostantivo
- articolo
- aggettivo
- pronome
- verbo
Fra le parti variabili, nome, articolo, aggettivo e pronome subiscono trasformazioni:
- nel genere →maschile e femminile;
- nel numero →singolare e plurale.
La flessione di nome, articolo, aggettivo e pronome si dice declinazione.
amic- o, amic- a, amic-i; amic-he.
gentil- e, gentil - i
invece, il verbo subisce delle trasformazioni
- nel modo → finito, indicativo, indefinito infinito ecc;
- nel tempo → presente, futuro, imperfetto ecc;
- nella persona →1ª, 2ª, 3ª singolare e plurale.
La flessione del verbo è detta coniugazione.
lod- →o, lod- → ate, lod-→ a, lod- → asse, lod- → ato
La parte della parola che rimane invariata prende il nome di radice o morfema lessicale ed esprime il significato fondamentale della parola stessa, mentre la parte terminale soggetta a variazioni si chiama desinenza o morfema grammaticale.
Parti invariabili (non subiscono trasformazioni):
1) avverbio si usa modificare il significato di:
- un verbo → scrivi troppo,
- un aggettivo →troppo lungo
- un altro avverbio → troppo poco.
2) preposizione → si usa per formare i complementi.
3) congiunzione → serve per congiungere due elementi di una frase: due nomi o verbi o pronomi o aggettivi, oppure due frasi tra loro.
3) interiezione → si usa per esprimere sentimenti.
Classi aperte e classi chiuse.
In base alla tipologia del loro significato, le parole si distinguono in classi aperte e classi chiuse.
Le classi aperte comprendono le parti del discorso che possiedono un significato indicante cose, persone animali, azioni, qualità, luoghi, sentimenti ecc., come fratello, simpatico, avvisare, sole, computer, rapidità, difficilmente, bere, dormire, ecc. La caratteristica principale delle classi aperte è quella che possono moltiplicarsi e ampliarsi praticamente senza limiti. Le parole che appartengono alle classi variabili hanno la capacità, nella loro forma, di indicare le categorie grammaticali possedute dall'italiano, e cioè:
il genere, che può essere maschile o femminile; esso viene indicato mediante desinenze differenti nei nomi, negli articoli, in molti aggettivi e pronomi e nel participio passato dei verbi;
il numero, che può essere singolare o plurale; esso viene indicato mediante desinenze differenti nei nomi (tranne pochi casi), negli articoli e negli aggettivi, in quasi tutti i pronomi, nei verbi, (tranne alcuni modi verbali);