Il gergo è un mezzo comunicativo che si innesta sulla lingua, mantenendone il sistema fonetico, la struttura morfologica e sintattica ma il lessico è il più delle volte incomprensibile agli estranei; sono infatti usati all'interno di gruppi ristretti o tra persone che esercitano una particolare attività. Infatti il gergo si serve di un lessico, cioè di parole volutamente oscure con un duplice scopo: da una parte farsi capire da persone che fanno parte dello stesso ambiente e con cui sia hanno rapporti di solidarietà o di complicità e dall'altra non farsi capire da quanti non appartengono al gruppo. Coloro che ricorrono a un gergo o a termini gergali vogliono, attraverso il linguaggio, isolarsi e differenziarsi dal resto della comunità dei parlanti e rinforzare l'identità di gruppo. Di questo tipo sono i linguaggi usati da tutti quei gruppi che, per motivi diversi, si sono trovati a vivere in conflitto con la società, come i membri della malavita, quelli delle sette religiose o di organizzazioni politiche sovversive. Il più noto dei gerghi è sicuramente quello della malavita, che nasce con lo scopo di garantire la segretezza della comunicazione. Per esempio la prigione diventa il collegio, confessare diventa cantare e a volte si arriva a espressioni molto creative e fantasiose. Vengono usati i gerghi in ambiti più ristretti come le scuole, le caserme o i gruppi di amici, ma il questo caso l'uso di espressioni gergali ha più un sapore di goliardia che di segretezza.
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