Morfemi lessicali, grammaticali, modificanti
I morfemi, possono combinarsi in vario modo, ottenendo così nuove parole. A seconda delle funzione che svolgono all'interno della parola, i morfemi si dividono in:
1) morfemi lessicali o radici, che esprimono il significato fondamentale della parola, cioè il suo valore semantico.
La radice è la parte minima della parola che rimane invariata: ad esempio nella parola orso la radice è ors-;
2) morfemi grammaticali o desinenze, che indicano le caratteristiche morfologiche e grammaticali della parola.
È per lo più variabile: nei nomi e negli aggettivi indica il genere e il numero :
ors-o, ors-a, ors-i, buon-a, buon-o ecc.;
nei verbi indica anche la persona
parl-o, parl-i, parl-a, parl-iamo, parl-ate, parl-ano.
Mentre i morfemi lessicali sono moltissimi, tanti quanti sono in una lingua le parole base, i morfemi grammaticali sono un gruppo numericamente ben definito e abbastanza stabili nel tempo. Ecco qualche esempio:
morfema lessicale | morfema grammaticale |
stanz | a |
princip | essa |
cortes | i |
ragazz | e |
3) morfemi modificanti, che modificano il significato di base della parola di partenza, portando, attraverso i processi della derivazione e dell'alterazione, alla formazione di nuove parole :
bello → bellezza
orologio → orologiaio
libro → libretto
gatto → gattino