Le vocali

Si chiamano vocali cinque suoni che possono pronunciarsi da soli e indifferentemente in modo istantaneo o continuo.
Le vocali sono a, e, i, o, u.
Le vocali si dividono in:
vocali  forti:             a, e, o
vocali  deboli:         i,u
vocali  chiuse:        é, ó
vocali aperte:          è, ò
La  vocale a, che ha sempre per natura suono aperto, l’accento non creerà problemi, sarà sempre grave, come:
pàne, fàre, màrtirio ;
le vocali , i ed  u  hanno sempre suono chiuso: 
vítto, ríto, púro, virtú.
Invece le vocali e ed o possono avere un suono aperto o un suono chiuso ( pèlle,pégno, mòlo, mólto).
Il segno, che si usa per indicare il suono aperto o chiuso, si chiama accento fonico  =  tono della voce nel pronunciare le sillabe di una parola.
Il suono aperto è indicato con l’accento grave (   `   ), il suono chiuso con l’accento acuto (    ´    ).
Soltanto la pratica insegna la giusta pronuncia di quelle vocali che possono avere ora suono aperto ora  suono chiuso. Generalmente l’accento fonico, nello scrivere, non si segna: ma è spesso segnato sui vocabolari.
La diversità di suono determina qualche volta diversità di significato.
Si dicono omonimi quelle parole che si scrivono con le stesse lettere nello stesso ordine, ma hanno diverso significato secondo che una delle vocali abbia suono aperto o chiuso.
Ecco alcuni omonimi:                                                            
con è aperta:  èsca voce del verbo uscire,  con é chiusa:  ésca cibo
con è aperta:  cèra aspetto del viso,  con é chiusa:  céra della candela
con è aperta:  mèsse mietitura, raccolto,   con é chiusa: mésse cerimonie sacre
                                                                
con ò aperta: scòrsi voce del verbo scorgere    con ó chiusa:  scórsi voce del verbo scorrere
con ò aperta: tòrsi voce del verbo torcere       con ó chiusa:  tórsi   plur. di tórso, fusto
con ò aperta: vòlto voce del verbo voltare   con ó chiusa: vólto faccia, viso.
Si dicono invece sinonimi le parole che si scrivono diversamente, ma hanno significato affine. Es.: casa, dimora.